Le coordinate del nostro progetto

Dignità, professionalità, solidarietà

Il nostro progetto si articola in diversi aspetti. Per prima cosa si punta ad accrescere il senso di dignità della persona mediante l'educazione alla cura di sè e delle cose, all'ordine e alla pulizia degli ambienti.

Professionalmente si attua una formazione graduale, ma attenta, affinchè sia raggiunta una capacità di lavoro accurato (come nella migliore tradizione svizzera).

Abbiamo puntato molto sulla crescita della solidarietà mediante l'adozione di misure che qui non si conoscevano: un'assicurazione malattia garantisce alle ragazze cure mediche gratuite. Si è istituito un fondo comune di solidarietà con contribuzione di tutte e con un uguale versamento dalla cooperativa, per soccorrere le ragazze in caso di necessità gravi ed impreviste. Il rapporto di lavoro prevede un regolare contratto, buoni livelli retributivi, cassa pensione e prestazioni sociali per maternità pagate (qui sono frequenti le gravidanze fuori del matrimonio ed in giovane età). Abbiamo introdotto la tredicesima a Natale ed un mese di vacanza.

Storie di povertà

Oggi sono 80 le ragazze che ci lavorano, la loro provenienza oltre che dall'orfanotrofio è pure dal Foyer Maddalena, istituto che raccoglie le bambine prostitute, le prepara nelle varie professioni per 3 anni e poi le inserisce nella società. Questa associazione è sostenuta dagli ufficiali della legione straniera francese.

Inoltre il parroco della parrocchia di Ankofafa, il quartiere più povero di Fianaratsoa, ci propone delle ragazze provenienti da famiglie poverissime e con situazioni alle volte penose. Ci ha trafitto il cuore la vicenda di Pierette, una ragazza di 18 anni che pesava 14 Kg quando la incontrammo. Non siamo riusciti a salvarla, malgrado il suo ricovero per più di un mese in ospedale non ce l'ha fatta a sopravvivere, mentre Lalasoa, non vedente, oggi lavora da noi cucendo bottoni e tagliando maniche con successo.

Le storie di queste ragazze sono alle volte sconvolgenti, dalla bambina di 10 anni venduta dal padre per una bottiglia di alcool, a quella che fu spedita in campagna dalla zia per evitare le botte del padre quotidianamente ubriaco.

Ragazze al lavoro nell'atelier

Assistenzialismo superato

Una cosa per noi molto importante è che non si tratta di assistenza, perchè per la gran parte il reddito è realizzato con la produzione su comande acquiste da clienti sia stranieri che malgasci, molti dei quali procurati dall'incaricata alle vendite, che è una giovane e dinamica laureata malgascia, e questo è per noi un segno prezioso di possibile futura continuità autonoma dell'istituzione.

Tutto questo che oggi è realtà è stato grazie ad offerte dei benefattori ticinesi ed italiani. Naturalmente per continuare la nostra opera è necessario che questo aiuto rimanga e si confermi.